Katsudo Shashin, il primo anime giapponese

Il primo anime giapponese riconosciuto si chiama “Katsudo Shashin” (anche conosciuto come “Imaichi Ningyo”), prodotto nel 1907 dall’artista giapponese Junichi Kouchi


Il primo anime giapponese riconosciuto è “Katsudo Shashin“, anche conosciuto come “Imaichi Ningyo“, che è stato prodotto nel 1907 da un artista giapponese sconosciuto. Questo film d’animazione è stato creato utilizzando la tecnica del cut-out, in cui le figure sono state ritagliate e animate su uno sfondo piatto.

Cos’è Katsudo Shashin?

Katsudō shashin è un cortometraggio di animazione giapponese di 3 secondi, ritenuto la più antica opera di animazione sopravvissuta nel paese.

Realizzato nel 1907, è stato stampato direttamente su celluloide con un normografo, fotogramma per fotogramma, impiegando inchiostro rosso e nero. La pellicola è stata fissata ad anello per la riproduzione continua.

Il cortometraggio rappresenta un ragazzo vestito da marinaio che scrive su una lavagna in kanji “Katsudō shashin” e poi si volta verso lo spettatore, togliendosi il cappello e inchinandosi.

I fotogrammi non sono stati realizzati fotografando i disegni, ma tracciati direttamente sulla pellicola utilizzando uno stencil e un procedimento di stampa xilografica detto kappa-zuri, solitamente usato per le lastre delle lanterne magiche. La pellicola ha una durata di 3 secondi e una frequenza di 16 fotogrammi al secondo.

La scoperta di questo frammento è stata attribuita al ricercatore Natsuki Matsumoto che lo ha riscoperto in una collezione privata di film e proiettori a Kyoto.

Ritrovamento e datazione di Katsudo Shashin

Il frammento di pellicola intitolato Katsudō shashin (Immagine in movimento) è stato riscoperto nel dicembre 2004 da un rigattiere di Kyoto che ha contattato l’esperto di iconografia dell’Università delle Arti di Osaka Natsuki Matsumoto, informandolo del fatto che aveva ottenuto da una storica famiglia della città una collezione di tre proiettori, 11 pellicole da 35 mm e tredici lastre per lanterne magiche, e che si sarebbe occupato di spedirgli tale materiale il mese successivo.

Katsudō shashin, che versava in pessime condizioni, è stato rinvenuto da Matsumoto proprio fra questi oggetti. È stata avanzata l’ipotesi che la creazione dell’opera risentisse dell’imitazione di esempi tedeschi o di altri paesi occidentali, dato che 3 pellicole della collezione erano di questa provenienza.

Nel frammento non sono presenti indicazioni sull’autore o sulla casa di produzione, tuttavia secondo Matsumoto la scarsa qualità di stampa e del disegno farebbero pensare a una piccola realtà cinematografica.

Sulla base delle possibili datazioni dei proiettori presenti nella collezione, Matsumoto e lo storico dell’animazione Nobuyuki Tsugata hanno stabilito che con tutta probabilità il frammento è stato realizzato nel tardo periodo Meiji (1868-1912).

Il saggista tedesco Frederick S. Litten crede che la realizzazione possa risalire al 1907 circa. Questa considerazione, supportata anche da Matsumoto, trae forza dal fatto che a partire dal 1912 il prezzo della celluloide era considerevolmente aumentato, rendendo poco redditizia la realizzazione e la vendita di cortometraggi.

Altre fonti, come il China Daily, ipotizzarono per il frammento un anno precedente al 1907, senza però portare prove a supporto di tale affermazione.

Dal momento che in Giappone agli inizi del Novecento le sale cinematografiche non erano affatto diffuse, è stata avanzata l’idea che Katsudō shashin fosse stato prodotto in serie per essere venduto a ricchi proprietari di proiettori domestici.

Il ritrovamento del frammento Matsumoto ha suscitato grande attenzione mediatica in Giappone e nel mondo. Il quotidiano Asahi Shimbun, che per primo riportò la notizia, ha espresso alcune riserve sulla collocazione del film nella genealogia dell’animazione giapponese, sottolineando che non siamo sicuri di definire Katsudō shashin animazione nel senso contemporaneo del termine.

Tuttavia, molti altri media, sia giapponesi che stranieri, hanno esagerato l’importanza della scoperta, affermando che questo frammento avrebbe rivoluzionato la storia del cinema di animazione e che la sua origine sarebbe tutta nipponica. In seguito alla scansione digitale, il cortometraggio è stato reso disponibile online per la visione.